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L'Archivio privato Albino Luciani

L'Archivio privato Albino Luciani (APAL)

L'Archivio privato Albino Luciani (APAL)

L'Archivio privato Albino Luciani (APAL) - patrimonio della Fondazione - è costituito dall'insieme del materiale documentale che comprende gli scritti autografi, i quaderni, le agende, i dattiloscritti, la corrispondenza, il materiale a stampa e fotografico che abbraccia un ampio arco di tempo, dal 1929 fino al 27 settembre 1978.

I primi documenti manoscritti relativi agli anni Trenta del Novecento sono appunti e annotazioni relativi al periodo della sua formazione e ai suoi primi anni da sacerdote, prima come vicario-cooperatore della parrocchia di Canale d’Agordo, poi, dal 1937, come vice-rettore del Seminario Gregoriano di Belluno – dove si era formato – e insegnante delle classi di liceo e teologia dello stesso seminario, e poi, dal 1947, come pro-cancelliere vescovile della diocesi di Belluno. Le carte relative alla formazione e ai primi anni sacerdotali di Luciani comprendono anche gli appunti e i testi, a stampa e dattiloscritti, relativi alla licenza e al dottorato in Teologia conseguiti presso la Pontificia Università Gregoriana rispettivamente nel 1942 e nel 1947.

Il corpus documentale più ricco riguarda, però, gli anni in cui Albino Luciani fu vescovo di Vittorio Veneto (1958-1969) e, successivamente, patriarca di Venezia (1969-1978). All’interno del suo archivio privato si trovano, infatti, non solamente gli appunti e le annotazioni relative alla sua attività pastorale ma anche riferimenti alla sua partecipazione come membro della Conferenza episcopale del Triveneto e della Conferenza episcopale italiana, della quale fu vice-presidente dal 1972 al 1975. Infine, relativi a questo periodo, si trovano anche gli appunti e i documenti ufficiali inerenti al Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), alle cui quattro sessioni il vescovo Luciani prese parte. Infine si ricorda, tra le agende di appunti, quella relativa ai giorni del pontificato – iniziata già a Venezia e poi continuata a Roma –, e il taccuino contenenti appunti e omelie relative al periodo compreso tra il 3 e il 27 settembre 1978.

L’Archivio si compone di 77 buste per un totale di 929 fascicoli, divisi in serie: dalle Agende di appunti, interventi e omelie (1960-1978) ai Registri delle Messe e gli Ordo Divinii Officii recitandi Missaeque celebrandae (1937-1942 e 1959-1968), dai Quaderni tematici e appunti (1929-1978) agli Stampati, ai documenti inerenti il Concilio Vaticano II, i Sinodi dei Vescovi, la Conferenza episcopale italiana (Cei) e la Conferenza episcopale del Triveneto (Cet), dalla Corrispondenza (1941-1978) a Varie Venezia e Miscellanea, Visita di papa Paolo VI a Venezia, referendum sul divorzio e Anno Santo (1972; 1974-1975), alle Cartoline ricevute (1947-1973), alle fotografie relative ai suoi incarichi ecclesiastici.

Successivamente all’elezione, Giovanni Paolo I fece trasferire in Vaticano il suo archivio e la sua biblioteca. Durante il suo breve pontificato solo una parte dei documenti fu tolta dagli imballaggi del trasloco. Con la sua morte e la successiva elezione di Giovanni Paolo II (16 ottobre 1978) le carte appartenenti all’archivio privato di Albino Luciani fecero ritorno, nei giorni seguenti il 19 ottobre, al Palazzo Patriarcale, a Venezia. Qui rimasero fino al 2001, quando vennero depositate presso l’Archivio Storico del Patriarcato, dove fu effettuata la prima ricognizione disposta dal vescovo di Belluno-Feltre, nell’ambito della Causa di Canonizzazione di Giovanni Paolo I. Nel 2020 il corpus documentale è tornato in Vaticano, presso la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, dove a partire da marzo 2021 è oggetto di riordino e inventariazione sotto la guida del Prefetto dell'Archivio Apostolico Vaticano. Il lavoro di riordino, ancora in itinere, proseguirà per concludersi con l’assegnazione di un numero di corda definitivo.

In collaborazione con la Biblioteca Apostolica Vaticana si è, invece, conclusa la digitalizzazione di un’importante parte della documentazione, a partire dalla serie Agende -66 Agende autografe (dal 1960 al 1978), tra le quali l’agenda e il taccuino del periodo del pontificato - e dalla serie Quaderni. Copia digitalizzata è stata destinata anche all'Archivio Storico del Patriarcato di Venezia.

Infine, presso le sale dell’Archivio Storico del Patriarcato di Venezia, la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I ha lavorato alla ricostruzione della biblioteca personale di Albino Luciani, originariamente parte dell’archivio, mettendo in luce lo stretto legame tra corpus documentale e testi.

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II Fondo Luciani nella fase di inventariazione
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Le operazioni di digitalizzazione del Fondo